Nella decade del 1930 nascono i carnevali nella forma in cui si conoscono oggi. Chano naturalmente partecipava soprattutto a quelli organizzati dal suo quartiere di Pueblo Nuevo, dove si esibiva cantando, rumbeando e ballando, ma ben presto anche altre zone della capitale reclamarono la sua partecipazione essendo ormai noto a tutti il suo virtuosismo e il suo carisma.

Scalpore fece la sua partecipazione alla comparsa dei Los Dandys De Belèn, con i quali suonò e ballò, creò conghe e rumbe per le comparse, che si distinguevano per la loro semplicità e la loro orecchiabile musicalità ma anche per una grande espressività percussiva. Divenne quindi popolarissimo e crebbe la sua fama e nacque da qui il mito di Chano Pozo.

Celebre fu il suo tema “Conga de los Dandys”, dove echeggiava il motivo “Siento un bombo, mamita, me està llamando, si, si, son los Dandys”.

Anche se, come ovvio, Chano non seguì accademie musicali, l’aver vissuto in un solar può essere considerato come aver studiato al conservatorio di musica popolare, perché quell’ambiente era un vero laboratorio di creazione spontanea, un universo musicale di sperimentazione.

Né Chano né il suo amico Miguelito Valdès sapevano scrivere musica e per questo si servirono di Anselmo Sacasas, loro collega con i Casino de la Playa, che per primo eseguì il celebre tema di Chano “Blen, Blen, Blen”.

Miguelito Valdès si preoccupò sempre di diffondere le opere di Chano perché meritevoli di essere conosciute per il talento da lui posseduto, come percussionista e come compositore. Anche quando Valdès si trasferì negli Stati Uniti nel 1940 e fu contrattato da Xavier Cugat, riuscì a fare eseguire dall’orchestra del catalano alcuni temi di Chano Pozo.

Parte 2/6

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