Non tutte le vecchie tradizioni musicali in Giamaica in quel periodo erano di carattere religioso. Prima degli anni ’50 il genere più in voga nella musica popolare era il “mento”. Sebbene le sue origini siano oscure, è certo che il “mento” nacque dalla creolizzazione di varie musiche sociali europee con stili di origine africana. Danze di sala europee come la quadriglia, i lancieri (quadriglia inglese), la mazurca erano molto popolari in Giamaica durante e dopo il periodo della schiavitù, e la strumentazione, le strutture armoniche e le forme melodiche che le caratterizzavano, molto influenzarono il modo di fare musica delle bande nei villaggi sparsi in tutta l’isola, allora e fino ai tempi recenti. Ai violini, flauti e chitarre di queste bande rurali si aggiunsero il banjo, la marimbula, le percussioni, i sonagli, i raschietti e altri strumenti interamente o parzialmente di origine africana.

Non è chiaro esattamente come e quando il mento emerse da questo background, ma il suo legame con la tradizione musicale europea creolizzata può ancora essere ascoltata nella pratica comune di rimpiazzare la quinta figura (e qualche volta la sesta) in una quadriglia con un mento (a volte chiamato “round dance”). Dagli anni ’40, il termine mento abbracciava già una numerosa varietà di stili.
Il mento poteva essere eseguito da piccoli gruppi formati da un’armonica e alcuni strumenti a percussione, o da bande musicali rurali formate da violini, chitarre e banjo, o anche da orchestre che includevano il piano, una sezione di fiati e dalla batteria. Il mento è stato anche a lungo associato a un altro stile tipico dei Caraibi, il calypso. In verità a quei tempi il mento era stato già influenzato
dal calypso trinidadiano, che a sua volta aveva subito l’influenza musicale delle altre isole antillane. L’uso frequente della marimbula testimonia invece l’influenza nella musica giamaicana della musica cubana, essendo uno strumento molto usato nel son cubano.

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