Rosendo Ruiz, Manuel Corona, Sindo Garay, Alberto Villalón

Agustin Lara con Sindo Garay

Il bolero è come quel personaggio di un romanzo attorno al quale si crea tutta una trama e una biografia credibile. La parola stessa significa mille cose diverse, a seconda che ci troviamo in Spagna, Guatemala, Messico o Cuba. Nell’aspetto musicale, la biografia che del bolero è stata raccontata è stata spesso indecente, da generare in noi sospetti o, quanto meno, scetticismo. È stato detto che il bolero è caratterizzato da un tempo di ¾, molto popolare in Spagna e a Cuba, principalmente agli inizi del XIX secolo. Il bolero cubano, invece, proviene dalla vecchia trova santiaghera, con Pepe Sanchez come presunto ideatore e Sindo Garay (nella foto con la chitarra insieme a Agustin Lara) come baluardo principale, ha un tempo binario di 2/4, caratterizzato dalla figura ritmica del “Cinquillo”, quel fantasma birichino che dopo essere transitato nella contraddanza, nella danza e nell’habanera si installa a casa propria del danzòn, per poi estendersi al bolero alla fine del secolo XIX. Più tardi il Cinquillo sarà sostituito dal Son, che diventerà il sigillo e l’emblema della musica popolare cubana. Con l’avvento del Son, il bolero cubano adotta decisamente il suo carattere percussivo, e con esso la clave sonera; questo processo sembra sia avvenuto prima del 1930. (di Leonardo Acosta)

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