A differenza di tanti artisti jazz della sua epoca che lottavano contro droghe o alcolismo, Ella Fitzgerald non cantava di ciò che le succedeva ma di ciò che le piaceva, e il suo appetito musicale era inesauribile. Come è facile vedere, cantò sempre in modo perfetto, ed è stata la perfezione del suo canto a commuovere il suo pubblico immenso. Al di fuori della sua voce, il suo senso istrionico era piuttosto modesto: non aveva la grazia di quei cantanti loquaci che seducono sia quando cantano che quando parlano al pubblico . Al massimo poteva strizzare quel suo fazzoletto bianco per poi passarlo sulla sua fronte e sul suo collo imperlato di sudore mentre chiudeva gli occhi per sentire i suoni dell’orchestra. Dava l’impressione di essere una ragazza timida e un po’ ingenua salvo, una volta sul palco, trasformarsi in un gigante. Con un orecchio musicale molto sviluppato e una fermezza di intonazione fuori dal comune, abbelliva i finali di frase con melismi e svolazzi senza mai perdere il senso dello swing.
Ogni volta che cantava, il mondo si fermava ad ascoltarla.

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