Nel 1948 l’impresario e produttore Norman Granz, fondatore della celebre serie di concerti “Jazz at the Philarmonic” e sempre attento ai gusti del pubblico, propose a Harry “Sweets” Edison di realizzare un disco con gli Afro-cubans di Machito. Trombettista mainstream, nella band di Count Basie per più di dieci anni, Edison rimane sconcertato dai ritmi cubani e desiste.
Charlie Parker, chiamato in soccorso, salva la registrazione in extremis. Quella sarà la prima registrazione di un bopper con un’orchestra cubana. Senza fare prove, Bird ne esce brillantemente da “OkieDoke” (una delle sue espressioni preferite), “No Noise” e “Mango Manguè“.
“Non c’è stato – si meravigliò Mario Bauzà, il direttore musicale degli Afro-cubans, né il minimo problema con il ritmo”.
Due anni dopo, Bird rinnovera la sua prodezza con la “Afro-cuban Jazz Suite”, composta da Machito e Bauzà per O’Farrill.

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