A Storyville, Louis Armstrong aveva cominciato coi locali più poveri dove le risse erano continue, frequentati com’erano da ladruncoli, magnaccia, giocatori senza fortuna, bari, tutta gente dal coltello pronto. Poi, a poco a poco, era riuscito a entrare in locali più eleganti, anche se in questi ultimi si preferivano i pianisti ai gruppi orchestrali e le formazioni creole, che facevano una musica più soft, a quelle nere. I creoli avevano un certo potere in città. Erano figli di bianchi e i genitori, nonostante i pregiudizi, avevano sempre avuto un occhio di riguardo per loro. Poi il razzismo si era fatto più duro e anche i creoli avevano perso molti dei loro vantaggi. Appartenevano, comunque, sempre a una sorta di aristocrazia e occupavano ancora i posti migliori.

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