Figlio di immigranti italiani, Sinatra è riuscito a raggiungere un successo, una fama e un potere inimmaginabili per gli altri milioni di persone che condividevano le sue stesse umili origini e per i quali quindi divenne presto un riferimento particolarmente importante. Attraverso il suo talento musicale e la sua forte personalità, Sinatra ha fatto parte di un ristretto gruppo che ha contribuito a mutare l’immagine degli italoamericani.

Non va comunque dimenticato che la sua condizione di immigrato e il suo duro confronto con l’America dominante hanno inciso in profondità nel suo carattere, nel suo atteggiamento e, soprattutto, sono rilevabili nella sua espressione artistica, sia musicale che cinematografica.
Il confronto con un linguaggio insultante, che intende sottolineare e ribadire un’inferiorità etnica è una costante della vita di Frank Sinatra, anche nel momento del suo massimo successo e quindi in apparenza protetto dalle crudeltà di tutte le Little Italies sparse nelle città americane.
Celebre è anche la sua risposta al direttore d’Orchestra Harry James, con il quale Sinatra inizia la sua carriera professionale (con paga di $75 alla settimana), il quale gli suggeriva di cambiare il cognome, esplicitamente etnico ( in Frankie Satin, di seta come la sua voce), per rendere più facili i rapporti con il mondo dello spettacolo e con il pubblico: “If you want the voice, keep the name” ovvero ‘You want the singer, take the name,’ Possiamo dire che aveva visto bene, a tal punto da diventare poi famoso come “The Voice”, appellativo con il quale ci si riferisce a lui ancor oggi.
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