Secondo quanto si racconta, Gundo era un discendente del re di una tribù del Congo e a 9 anni fu catturato dai trafficanti di schiavi e venduto a Ramòn Paredes proprietario di una piantagione a Cuba. Così arrivò in quell’ isola il sangue della famiglia Morè. Pronipote di Gundo, Benny Morè nacque nel 1919 nel piccolo paese di Santa Isabel de las Lajas. Si trasferì presto all’Avana per cercare fortuna con la musica. “Mi lanciai per le strade con una chitarra in mano a cantare ai turisti. Non mi vergogno di dirlo, anche Carlos Gardel lo ha fatto in Argentina e lui è il re del tango”, confessò in un’intervista. Nel 1953 fonda la sua Banda Gigante e da allora creò uno stile originale di direttore di orchestra nonostante non sapesse leggere la musica. Il pubblico ammirava le sue piroette, le mosse con il suo bastone, il suo ritmo contagioso. Chissà se per il suo stile sincero e popolare fu che i cubani sentirono molto la morte del Benny avvenuta nel 1963. Il suo funerale fu un immenso pellegrinaggio popolare e le sue spoglie riposano nel suo paese natio, in una tomba dichiarata Monumento Nazionale.

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