Il banjo era uno strumento d’uso comune in America durante l’Ottocento, soprattutto nella regione dei Monti Appalachi. Introdotto in America dagli schiavi neri, sul modello di uno strumento di origine africana, il banjo era suonato, fino all’Ottocento, esclusivamente dai neri d’America. A poco a poco, però, divenne familiare ed accettabile anche ai bianchi, sebbene dapprima soltanto tra i ceti inferiori e generalmente in relazione a qualche ambiente “basso”, evitato dalle persone di cultura. Il banjo giunse all’attenzione di una schiera molto più numerosa di americani negli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento nel contesto del minstrel show, spettacolo di varietà presentato da una compagnia di attori girovaghi, spesso truccati da neri, che cantano, ballano e recitano, erroneamente accettato come ritratto fedele del nero americano, della sua condizione e della sua musica. Il banjo era usato per eseguire elaborazioni melodiche dei motivi cantati dagli esecutori, sostenendoli con degli ostinati, ossia con disegni melodici e ritmici reiterati.

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