“Ma la vita, oh la vita, non è una linea retta verso il futuro” come dice Julio García Espinosa nel suo articolo ‘Per un cinema imperfetto, venticinque anni dopo’. Come nella canzone di Serrat, “la festa è finita e col malessere addosso il povero torna alla sua povertà, il ricco alla sua ricchezza, e il signor prete alle sue messe. Si sono svegliati il bene e il male, la volpe povera torna al cortile, la volpe ricca al roseto e l’avaro alle sue ricchezze.  È finita, il sole ci dice che è arrivata la fine, per un momento ci si era scordati che ognuno è se stesso…” dalla prefazione di Lisandro Duque Naranjo a La doppia morale del cinema di Julio García Espinosa.

Julio García Espinosa

L’Autore di questo libro è stato uno dei più lucidi, e sicuramente il più sistematico, tra gli intellettuali latinoamericani che, in quel contesto propizio ai sogni, si occupavano di riflettere sul ruolo del cinema e dei mezzi audiovisivi. Più che un intellettuale rivoluzionario García Espinosa era pittosto, già da allora, un rivoluzionario della riflessione, un provocatore di complessità, che apportava sfumature inedite alla discussione e andava oltre i luoghi comuni con cui la sinistra ufficiale – di Cuba e di ogni altra parte del mondo – esaminava il ruolo dell’artista nella società, il ruolo dello stato nella cultura e naturalmente, e soprattutto, il ruolo del cinema e della televisione nei paesi oppressi dalle grandi metropoli. Là dove molti individuavano fatti definiti, García Espinosa scopriva fatti in movimento. Dove per altri dietro l’angolo c’era un “uomo nuovo”, Julio intuiva progetti, punti di partenza, operazioni indefinite dell’immaginazione, professando, come Goethe, che “solo ciò che è incompiuto è fecondo”.

Il libro La doppia morale del cinema, scritto da Julio García Espinosa e pubblicato per l’Italia dall’editore Giunti Editore, raccoglie le riflessioni del regista cubano e degli animatori del Laboratorio di cinema e televisione diretto da Gabriel Garcia Marquez a Cuba. L’autore cerca di mettere in luce i misteri del cinema e di analizzare il rapporto tra il cinema latinoamericano e del Terzo Mondo con quello europeo e americano e il pubblico mondiale, ma anche quello fra cinema e televisione.

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