La musica reggae è in Giamaica un insieme di sentimenti, una potente forza sociale che traduce in musica le pressioni della vita quotidiana. I testi sono veri e propri messaggi, potenti, comunicati con parole che raccontano, rivelano e convincono la gente che ascolta.

Originata dallo scontro e dalla lotta, dalla sofferenza ed emarginazione dei giovani che vivono nel ghetto di Trenchtown, il reggae è sostenuto dalla forza della libertà e dalla voglia di non mollare mai. Proprio per questo, il reggae diviene mezzo per veicolare la voglia di riscatto sociale e Io sanno bene i politici che spesso lo hanno usato per le loro campagne elettorali. I Primi Ministri hanno sempre avuto autori che componevano e cantavano canzoni per la proprie campagne, ben sapendo che questa musica poteva portare una folla enorme di persone a vantaggio del proprio partito.

Il forte trasporto di messaggi di pace che la musica reggae porta con sé, ha dato anche modo di pacificare un intero paese. Così il 22 aprile 1978, nel One Love Peace Concert tenutosi nello stadio nazionale di Kingston, Giamaica. Bob Marley, dopo l’esecuzione di Jammin’, convince i due principali esponenti politici, Michael Manley (People’s National Party) ed Edward Seaga (Jamaican Labour Party), a stringersi la mano. I due politici, Manley e Seaga non si incontreranno più in pubblico fino ai funerali di Bob Marley, nel 1981. Il grande concerto si è tenuto durante la guerra civile politica giamaicana, fomentata dai due principali partiti, il JLP ed il PNP. Ma proprio i due organizzatori del concerto, Bucky Marshall e Claude Massop, vengono uccisi entro due anni dall’evento. Marshall e Massop erano impegnati nella politica, il primo parteggiava per Manley, mentre il secondo per Seaga. I critici attaccano Manley asserendo che il politico abbia partecipato al concerto solo per raccogliere i voti dai poveri e dai rasta giamaicani. Alcune settimane dopo, infatti, vince le elezioni e comunque, le violenze aumentano tra le gang. Partecipano al concerto gli artisti più rappresentativi, Big Youth, The Mighty Diamonds, Jacob Miller e molti altri. È Peter Tosh a scaldare l’evento con un duro attacco verso il primo ministro Manley, accusandolo di non fare abbastanza per i poveri.

Per Bob Marley era anche il primo concerto nella sua Jamrock dopo oltre un anno e mezzo. Aveva lasciato l’isola dopo quello che sembrava essere un attentato politicamente motivato. Nel dicembre 1976, uomini armati, si presume collegati al JLP, entrano in piena notte nella casa e sparano a Marley, che resterà ferito al braccio (da cui la canzone Ambush in the night). I gruppi di opposizione hanno sostenuto che Marley favorisse Manley, perché aveva accettato di apparire al Smile Jamaica Concert, organizzato da Manley, che mirava a fermare le lotte tra le gang in continua guerra. Bob Marley canterà Trenchtown Rock Natty Dread e War. Improvviserà poi su Jammin’, domandando “could we have here on stage the presence of Mr Michael Manley and Mr Edward Seaga? I just wanna shake hands and show the people that we’re gonna make them right.. we’re gonna unite”, cioè “potremmo avere qui sul palco la presenza del Sig. Michael Manley ed Edward Seaga? Voglio solo fargli stringere la mani, e mostrare alla gente che faremo in modo che loro agiscano nella maniera giusta.. che siamo uniti”.

Molti ritengono che lo stesso One Love Peace Concert non raggiunse il suo intento, quello di pacificare la nazione, ma non colgono lo straordinario e commovente momento della storica stretta di mano tra i due esponenti politici, chiuse tra quelle dello sciamano rasta che solo è riuscito ad unificare l’intera isola, a donare la speranza ed il sogno di pace e unità, a dare senso a quello che è il motto ufficiale della nazione: out of many, one people.

La carica emozionale, scandita da ritmi primitivi, ripetitivi e ipnotici, ed i messaggi di giustizia civile che imperniano i testi e la musica, rendono il reggae quale vero elemento distintivo e unificatore della popolazione giamaicana.

 

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