Canto alla vita
a chi ha sempre una speranza davanti ad un dolore

Enrico Pieranunzi. Figlio di Renata Brillantini e Alvaro Pieranunzi, compie studi classici di pianoforte da giovanissimo, diplomandosi e diventandone docente al conservatorio sin dal 1973. Si avvicina al jazz grazie alla passione per questo genere musicale del padre, chitarrista jazz e seguace di Django Reinhardt. La commistione, nella sua formazione, tra pianoforte classico e jazz, contribuisce a definirne lo stile e il linguaggio musicale, dove sono evidenti le influenze della musica di Debussy.
Pieranunzi Inizia la sua carriera jazzistica verso la metà degli anni ’70. Come pianista jazz ha registrato oltre 70 CD, spaziando dal pianoforte solo a varie formazioni con pianoforte. Ha suonato e registrato con molti jazzisti di livello mondiale, tra i quali Chet Baker, Art Farmer, Irio De Paula, Lee Konitz, Marc Johnson, Joey Baron, Paul Motian, Charlie Haden, Gabriele Mirabassi, Jim Hall, e ha partecipato ai più importanti festival italiani (Roccella Jazz Festival “Rumori Mediterranei”, Umbria Jazz, Ravenna, Milano Ciak) e internazionali (Montréal, Copenaghen, Berlino, Madrid). Nel 2004 ha compiuto una tournée in Giappone suonando con il bassista Marc Johnson e il batterista Joey Baron.
Nell’annuale referendum indetto dalla rivista “Musica Jazz” è stato votato miglior jazzista italiano del 1989, mentre nel 1993 l'”Academie du jazz” francese lo ha segnalato fra i primi tre musicisti jazz europei. Come compositore ha scritto oltre 200 pezzi, alcuni dei quali sono diventati dei veri e propri standard e sono stati inclusi nella celebre raccolta “The New Real Book”.

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